La ricetta del metaverso perfetto

Il metaverso è dove web3 si fonde alla realtà virtuale

La ricetta del metaverso perfetto

Snow Crash e metaverso

Come i più accorti già sanno, il termine “metaverso” è ispirato al romanzo di Neal Stephenson “Snow Crash”, ambientato in un mondo affascinante e completamente virtuale: una simulazione perfetta di un universo a completa disposizione dei suoi utenti. Chiaramente, il metaverso di Stephenson è fantascientifico e, di fatto, impraticabile. Tuttavia, non significa che il nostro metaverso, ancora in fase embrionale, non sfrutterà la sua crescente popolarità per finanziare avanzamenti tecnologici che emulino le sue proprietà essenziali. Con questo articolo, tenteremo di ipotizzare quali saranno i prossimi “upgrade” a cui andrà (o dovrebbe andare) in contro.


Innovazione grafica e correzione di impurità visive

Potrà sembrare un dettaglio secondario, puramente destinato alla gratificazione di un capriccio piuttosto che ad un beneficio prettamente funzionale. Parzialmente, è così: la grafica da sola non migliora la praticità dell’esperienza. Ma se ipotizziamo un metaverso capace di rimpiazzare complessivamente le interazioni nel mondo reale, non possiamo rinunciare ad una innovazione grafica che, quantomeno, corregga gran parte delle impurità visive che ancora oggi sono osservabili in parecchi ambienti tridimensionali.


Esplorazione e socializzazione più efficienti

Si ricollega allo stesso problema la necessità di nuovi algoritmi che agevolino la socializzazione tra gli utenti, anche senza che questi si conoscano tra loro. Per definizione, il metaverso stesso copre un ruolo simile. Gran parte dei benefici che le piattaforme di questo tipo possono offrire, però, risultano sciupati se la logica alla base di questi algoritmi non è in grado di proporre rapporti calzanti tra utenti o community.

Interconnessione e comunicazione tra i “mondi”

Così come nel mondo reale tutto è interconnesso, nel metaverso dovrebbe esserlo altrettanto, evitando che le azioni dell’utente siano ristrette al singolo “mondo” in cui sono avvenute. Questo è un proposito molto più chiacchierato di quelli già citati, in quanto non è solo necessario a propagandare il metaverso, ma anche a raggiungere un obiettivo critico: la condivisione dei beni tra i vari “mondi” del metaverso. Questo non solo rende più fluida e realistica la vita nel metaverso, ma tutela i compratori in caso di fallimento dell’esercente: l’improvvisa bancarotta di un qualsiasi venditore non dovrebbe compromettere i beni già instillati nel mercato, come succederebbe se il bene acquistato fosse utilizzabile solo nel “mondo” proposto dallo stesso venditore.


Riduzione dei requisiti hardware

Attualmente, il metaverso è fruibile esclusivamente da computer, indipendentemente dal possesso di un visore VR, che ovviamente migliora sensibilmente l’esperienza. Ma così come gli altri software preesistenti (specialmente di categoria social e videoludica) che hanno diversificato nei dispositivi mobili per arricchire la loro fetta di pubblico, una piattaforma “socievole” come il metaverso dovrà affrontare la barriera che pongono le limitazioni hardware se vuole espandere la sua community. Dispositivi che siano in grado di accedere al metaverso dovranno essere alla portata di sempre più persone. Questo obiettivo può essere conquistato anche diminuendo i costi di produzione, e conseguentemente il prezzo di mercato, di questi dispositivi. Tuttavia, il mezzo più semplice e diretto è certamente l’espansione sui dispositivi mobili.

Integrazione di strumenti finanziari tradizionali e DeFi

I pagamenti online tramite banca non sono certo una novità (la prima transazione via Internet abbastanza sicura da poter destinare al pubblico fu nel 1994!), perciò effettuare transazioni online non è certo un problema. Tuttavia, ricordiamo che secondo i fondamenti portanti del metaverso, la “fattibilità” non è un traguardo sufficiente: per una piattaforma simile, dovrebbero venir ideati surrogati di quei mezzi di pagamento tradizionali che l’individuo sfrutta con scioltezza nella vita di tutti i giorni. Il perché di questa necessità è lampante quando si prova ad immaginare cosa succederebbe in un negozio virtuale se per ogni pagamento si dovessero compilare una sfilza di form con i dati della propria carta di credito! Pagamenti semplici e veloci, ma comunque sicuri (simili al contante), comporrebbero alla formazione di rapporti commerciali e lavorativi che possano competere, se non superare in efficienza quelli fisici. Non solo un’evoluzione simile snellirebbe la compravendita nel metaverso, ma coinvolgerebbe potenziali utenti che non siano molto ferrati con questo genere di operazioni. La chiave per scambi simili è chiaramente la DeFi (Finanza Decentralizzata, di cui abbiamo parlato precedentemente in questo articolo).

Nullaosta delle interazioni internazionali

Un altro problema, ereditato da tutte le scorse istanze di Internet, ma che verrà riscoperto ancor più tremendamente, saranno le varie asperità dei rapporti fra utenti di nazionalità diverse. La prima che viene in mente è la mancanza di una valuta univoca accettata da tutto il mondo, che rincara la necessità di una DeFi, già desiderata nello scorso tema. Non è forse plausibile che, con la democratizzazione del metaverso, emergano problematiche legate alle variegate nazionalità degli utenti, analogamente a quelle presentatasi nell’introduzione di molti software di punta in passato?

Analisi dati efficiente e comprensiva

La scienza dei dati, che era già stata sommersa dalla criticità e dalla complessità dei Big Data, dovrà sforzarsi in un ulteriore passo in avanti per interpretare le necessità degli utenti del metaverso osservandone le abitudini (e soprattutto i fastidi) che dimostrano nella loro esperienza di utilizzo. Questo passaggio è vitale per il processo di crescita del metaverso, specialmente in questo periodo di partenza, in cui il potenziale di sviluppo è tanto significativo quanto quello di rovina. Analogamente a molti software e community online attuali, è molto probabile che questa analisi raccolga come indicatori non solo sondaggi e feedback espliciti da parte degli utenti, ma anche rilevazioni automatiche registrate dei “mondi” stessi del metaverso. Non è da escludersi che questa nuova opportunità di raccolta dei dati non avrà anche applicazioni esterne al metaverso.

Conclusione

Insomma, opportunità di miglioramento si possono trovare su qualsiasi fronte, con un po’ di spirito critico e fantasia. Queste nostre previsioni sono innegabilmente ambiziose, ma non significa che il potenziale di miglioramento del metaverso sia relegato a queste soltanto. La rivoluzione non si ferma qui: un’accurata analisi dei dati futuri rivelerà sicuramente nuovi problemi e possibilità inizialmente trascurate; nuovi spunti che portino ad invenzioni tanto sensazionali quanto quelle che abbiamo auspicato in questo articolo. È così che l’informatica si è evoluta sinora: un botta-e-risposta tra esigenze, soluzioni, nuove esigenze e nuove soluzioni, in una faticosa ma inesorabile scalata all’eccellenza. Questo ci convince che, anche se il metaverso di Stephenson fosse un’utopia irraggiungibile, nulla ci impedirà di costruire, un mattone alla volta, un nuovissimo mondo a nostra completa disposizione: un vero e proprio metaverso.